A cura di Sara Zonca, psicologa e collaboratrice dell’Associazione Psyché
Le indagini effettuate annualmente su tutte le scuole (statali e non statali) del territorio italiano da parte del MIUR permettono di ottenere informazioni sistematiche circa gli studenti italiani, contribuendo alla creazione di un database informativo in grado di monitorare il sistema educativo scolastico e di definire eventualmente nuove politiche scolastiche.
L’ultimo report di questo tipo ha rilevato che nell’anno scolastico 2020/2021 gli alunni frequentanti le scuole italiane a cui è stato diagnosticato un disturbo specifico dell’apprendimento sono 326.548, pari al 5,4% del numero complessivo dei frequentanti il III, IV e V anno della scuola primaria e la scuola secondaria di I e di II grado. Il dato risulta maggiormente rilevante se si considerano i numeri dei precedenti anni scolastici: lo sguardo longitudinale ci restituisce un trend in crescita.
Ma a cosa si deve l’aumento delle diagnosi di DSA?
Sicuramente la normativa condivisa a livello nazionale in tema di DSA ha accresciuto l’interesse e la sensibilità sul tema. Parliamo dell’importante Legge 170 del 2010 che riconosce i DSA e tutela gli studenti e il loro diritto all’istruzione e al successo scolastico, così come l’Accordo Stato-Regioni-Province autonome del 25 luglio 2012 sulle indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei DSA. La condivisione di linee guida a livello nazionale e gli evidenti benefici che porta la diagnosi/certificazione DSA in termini di inclusione e riduzione della dispersione scolastica sono i principali motivi di questo tasso di crescita. Possiamo notare comunque che, nei recenti anni scolastici, le percentuali si stanno stabilizzando ad indicare che probabilmente, nei prossimi anni, potremo aspettarci solo piccole variazioni.
Fonte: MIUR – DGCASIS – Ufficio Gestione Patrimonio Informativo e Statistica – Rilevazioni sulle scuole
Appare chiaro allora come i disturbi dell’apprendimento siano un fenomeno molto diffuso nell’età scolastica (e non solo) e, in quanto tale, necessitino della giusta attenzione e comprensione dal punto di vista scolastico, familiare e specialistico.
Ma cosa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento?
Si tratta di una categoria eterogenea di disordini che si manifesta in età evolutiva con l’inizio della scolarizzazione e persiste nell’età adulta, determinando difficoltà nell’acquisizione e automatizzazione delle abilità strumentali dell’apprendimento quali lettura, scrittura e calcolo a fronte di un quoziente intellettivo entro la norma.
I DSA sono disturbi specifici del neurosviluppo:
- “specifici” perché interessano un dominio circoscritto di abilità, conservando intatto il funzionamento intellettivo generale;
- “evolutivi” perché si manifestano in età evolutiva, quando il bambino incontra una o più difficoltà nell’automatizzare delle capacità;
- hanno un’origine neurobiologica e non organica.
Non si parla quindi di patologia ma di neurodiversità: i DSA determinano un diverso neuro-funzionamento del cervello e curve di sviluppo individuali che non impediscono la realizzazione dell’abilità ma richiedono tempi e risorse maggiori. Le differenze individuali nel neuro-funzionamento sono biologicamente determinate e non transitorie: il DSA accompagna l’individuo per tutta la vita.
Ulteriore caratteristica di questi disturbi è la loro elevata comorbidità, ossia la possibilità che un DSA si presenti in associazione ad un altro DSA o a un altro disturbo di tipo evolutivo, rendendo il quadro diagnostico ancora più complesso.
Nella pratica clinica, i DSA vengono classificati in riferimento ai criteri disposti dalla Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e dei Problemi Sanitari Correlati (ICD-10):
- Disturbo specifico della lettura (dislessia), caratterizzato da difficoltà nella decodifica del testo;
- Disturbo specifico della compitazione (disortografia), caratterizzato da difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica;
- Disturbo specifico delle abilità aritmetiche (discalculia), caratterizzato da difficoltà nel comprendere e operare con i numeri;
- Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche (disgrafia), caratterizzato da difficoltà nell’abilità motoria della scrittura.
Cosa è fondamentale?
Nei DSA gioca un ruolo molto importante la tempestività della diagnosi e dell’intervento. È quindi necessario prestare attenzione fin dall’infanzia ad alcuni comportamenti e difficoltà che possono essere considerati predittori di DSA come, ad esempio, difficoltà nell’orientamento spazio-temporale o nella coordinazione motoria. L’osservazione del comportamento e l’utilizzo di strumenti di screening precoce è utile per l’individuazione di casi sospetti, per un’eventuale diagnosi (che in ogni caso non può avvenire prima del secondo anno di scuola primaria) e per l’impostazione di un intervento mirato ed efficace che possa sostenere gli apprendimenti e determinare successo scolastico. In effetti, la presenza di DSA non riconosciuti porta spesso a perdita di autostima e di motivazione e successivo abbandono scolastico: intervenire tempestivamente permette di scongiurare questi scenari e di migliorare la prognosi del DSA.
Come agire?
Generalmente, in caso di sospetto di DSA, è la scuola che interviene prima di tutto attuando procedure di recupero didattico mirato nell’abilità che risulta carente. Nel caso le difficoltà persistano nonostante l’intervento di recupero, gli insegnanti segnalano la situazione alla famiglia e suggeriscono l’invio ad una visita specialistica che sottoponga il bambino ad una serie di test finalizzati all’indagine di eventuali disturbi. Se la valutazione specialistica individua la presenza effettiva di un DSA, si rilascia una certificazione ufficiale che la attesta. Questa certificazione potrà essere consegnata alla scuola da parte della famiglia, così che gli insegnanti possano tenere conto dell’individualità del bambino e redigere un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che possa adattare l’insegnamento ai bisogni di apprendimento del singolo, così da favorire il successo scolastico e il raggiungimento degli stessi obiettivi di apprendimento dei compagni. Il bambino con DSA non ha bisogno dell’insegnante di sostegno in quanto bambino intelligente (il suo quoziente intellettivo è nella norma); egli necessita di strumenti didattici compensativi e dispensativi che possano facilitare la prestazione nell’abilità in cui presenta fatiche di automatizzazione.
In sintesi, i bambini con DSA saranno adulti con DSA che, grazie all’attenzione, all’individuazione e all’intervento tempestivo da parte di scuola, famiglia e specialisti, avranno avuto l’opportunità di individuare e consolidare l’utilizzo di strategie utili per fare fronte a delle fatiche di diversa natura e ottenere quindi successo sia in ambito scolastico che lavorativo.
Bibliografia
Disturbi specifici dell’apprendimento: strumenti per la valutazione, a cura di Pierluigi Zoccolotti. Roma: Carrocci editore, 2020.
https://www.miur.gov.it/documents/20182/6891182/Focus+sugli+alunni+con+Disturbi+Specifici+dell%27Apprendimento_aa.ss.201920_202021.pdf/f7518612-5783-d755-9888-6789cd955e93?version=1.0&t=1664375370104
World Health Organization. (2004). ICD-10 : international statistical classification of diseases and related health problems : tenth revision, 2nd ed. World Health Organization.