Uno studio condotto da scienziati italiani e pubblicato sull’European Heart Journal ha messo in luce la relazione esistente tra l’infarto e un batterio dell’intestino, Escherichia coli: quest’ultimo, infatti, era presente in quantità elevate nel 34% dei pazienti colpiti da infarto a causa di una maggiore permeabilità intestinale, che si verifica quando la mucosa intestinale non riesce più ad agire da barriera contro gli antigeni e batteri che vogliono entrare nel circolo sanguigno. La presenza dell’Escherichia coli nel sangue provoca la formazione di coaguli (trombi) che ostruiscono le arterie coronarie, portando al tumore. È stato anche individuato il recettore cellulare a cui l’Escherichia Coli si lega per facilitare la trombosi, Toll-like receptor 4, che ha permesso di bloccare la creazione dei coaguli attraverso un inibitore specifico; a questo punto è possibile impostare cure terapeutiche e creare vaccini che prevengano il processo di trombosi. Per curare la permeabilità intestinale, invece, bisogna lavorare sull’alimentazione: evitare zuccheri, cereali affinati, sostanze irritanti quali spezie, alcolici e cibi grigliati e fritti e, in aggiunta, utilizzare integratori alimentari come la glutammina o integratori di collagene.