Si tratta del quinto tumore più frequente tra le donne under 50, che nel 2020 ha registrato 2.400 nuovi casi, e per il quale solo il 68% di chi ne soffre è vivo dopo cinque anni dalla scoperta. In questa situazione, quindi, diventano indispensabili la prevenzione e la diagnosi precoce.
Il Pap-test o l’HPV-Dna test e il vaccino contro il Papilloma virus (che è il principale responsabile del cancro alla cervice uterina) sono i due strumenti che purtroppo ancora oggi vengono poco sfruttati, ma che sono efficaci per riconoscere la malattia e sconfiggerla del tutto quando è ancora allo stadio iniziale. Nello specifico, i due test permettono di individuare eventuali alterazioni delle cellule del collo dell’utero prima che diventino cancerose.
Bisogna quindi fare tutti gli accertamenti del caso nel momento in cui si nota la comparsa dei seguenti sintomi: perdite di sangue anomale (dopo un rapporto sessuale, tra due cicli mestruali o in menopausa), perdite vaginali senza sangue o dolore durante i rapporti sessuali.