Un problema che interessa 5 milioni di italiani, di cui 3,7 sono donne over 60, e che causa non solo disturbi fisici ma anche psicologici, visto che è impossibile prevedere quando si verifica la perdita. Se diagnosticata per tempo, però, l’incontinenza urinaria può essere tenuta sotto controllo e, quando possibile, risolta.
Ne esistono di 3 tipi diversi, in base alla causa scatenante: quella da sforzo interessa il 50% dei casi ed è determinata da una pressione eccessiva dell’addome sulla vescica, che presenta i muscoli del pavimento pelvico indeboliti. Questo si verifica nel momento in cui si compie uno sforzo fisico oppure quando si ride o si starnutisce.
Il 15% delle persone che soffrono di questo problema, invece, è soggetto alla cosiddetta “vescica iperattiva”, ovvero a contrazioni incontrollabili che provocano un bisogno urgente di andare in bagno. Questa variante viene chiamata incontinenza da sforzo e non ha una causa precisa, a meno che sia legata a problemi neurologici (ictus, sclerosi multipla, malattia di Alzheimer). Nel 35% dei casi, infine, le persone possono soffrire incontinenza urinaria mista, che non è altro che l’unione di entrambe le tipologie precedenti.