A cura di Mario Parma, medico specializzato in Oftalmologia, convenzionato con Ente Mutuo Regionale
Parafrasando le parole di don Abbondio scritte da Alessandro Manzoni è utile dare alcune informazioni in merito a questo difetto visivo assai comune ma dalla non facile comprensione per non addetti ai lavori.
Delle tre membrane che compongono il bulbo oculare quella fibrosa esterna dà la caratteristica forma sferica al bulbo oculare. Essa comprende la sclera, la parte bianca, e la cornea, la porzione trasparente che corrisponde al sesto anteriore.
Le fibre collagene che compongono detta tunica sono disposte in modo disordinato nella sclera e in maniera più ordinata e organizzata, creando una struttura elastica, resistente e perfettamente trasparente, nella cornea. Ciò consente alla luce, che è una radiazione oscillante, di oltrepassare questo tessuto vivente.
La cornea ha la forma di una calottina sferica, del diametro di circa 12 mm e dello spessore di poco più di mezzo millimetro nel suo centro. È la prima lente convessa che la luce incontra nel suo cammino verso l’interno dell’occhio.
La perfetta focalizzazione dei raggi luminosi sulla retina avviene grazie al cristallino e alla regolare curvatura di questa importantissima parte anatomica anteriore. La sua trasparenza è assicurata dal continuo ricambio lacrimale mediante il regolare ammiccamento palpebrale.
Quando è presente una convessità anomala corneale siamo in presenza di astigmatismo. (dal greco a=mancanza; e stigmè=punto). Questo difetto visivo corrisponde a una differenza di raggio di curvatura tra due meridiani ortogonali tra loro. È definito in modo scientifico come un’ametropia e può essere associato a miopia, ipermetropia e presbiopia. È anche relativamente stabile nel corso del tempo.
L’occhio astigmatico vede distorto. Per tale motivo un punto è percepito come una linea allungata, e un cerchio come un’ellissi più o meno schiacciata, secondo l’entità del difetto.
Le lenti da occhiale usate per la sua correzione sono di tipo torico, dette anche lenti cilindriche, che devono essere orientate secondo l’inclinazione della distorsione superficiale rilevata. Un grado, da lieve a medio, di astigmatismo è presente in una grandissima percentuale della popolazione. Circa un terzo di quella studentesca è affetta da astigmatismo.
Importante, per una perfetta visione, è che la montatura a tempiale sia molto stabile e ben centrata, poiché oscillazioni anche minime comportano un’importante perdita di qualità visiva.
Per gli utilizzatori delle lenti a contatto esistono modelli particolari, definite toriche, che correggono astigmatismi fino a circa due diottrie e mezzo.
Nell’immagine il test per l’apprezzamento astigmatico. Tenendolo a circa 30-40 cm dal viso e guardando con un occhio per volta, tutti i raggi devono essere uguali e ben visibili. In presenza di astigmatismo alcuni possono essere più marcati o più sfumati.