UNA LACRIMA SUL VISO…

A cura di Mario Parma, medico specializzato in Oftalmologia, convenzionato con Ente Mutuo Regionale

Uscire in inverno necessita di precauzioni: cappello, guanti, sciarpa, un caldo e avvolgente piumino e spesso…un fazzoletto. Il periodo più freddo dell’anno pone in maggior evidenza un problema assai comune, particolarmente tra le persone di età con parecchie primavere: la lacrimazione. La lamentela maggiormente riferita è la necessità di asciugare le lacrime che colano sul viso.

Tecnicamente questo sintomo si chiama epifora ed è provocato da un’abbondanza di lacrimazione che, non potendo defluire attraverso le vie naturali, non ha altro sbocco che fuoriuscire sul volto. La funzione delle lacrime è di nutrire, proteggere la superficie oculare da polvere e agenti nocivi, e mantenere perfettamente trasparente la cornea, per consentire una visione nitida. A ogni ammiccamento è rinnovato il sottile strato di film liquido che deve essere poi eliminato attraverso le vie lacrimali.

Esse originano dai puntini lacrimali che sono dei micro forellini, punto di raccolta delle lacrime, situati sul bordo delle due palpebre, superiore e inferiore, in prossimità del naso. Da qui partono due minuscoli canalini lacrimali che confluiscono, poi, nel sacco lacrimale, che a sua volta s’innesta nel meato nasale e nell’orofaringe. Ecco perché se instilliamo un collirio, ne sentiamo dopo poco tempo il sapore in gola, e avvertiamo una percolazione nel naso.

Un sistema idraulico complesso e dalle dimensioni particolarmente ridotte. Tale che con l’andare del tempo si possono verificare ostruzioni e rallentamenti di deflusso che provocano appunto epifora. Un eccesso di lacrime crea anche un effetto lente che deforma le immagini e rende instabile la nitidezza della visione.

Tra i motivi del problema vi è una composizione lacrimale particolarmente densa e ricca di muco, proteine o lipidi. O un decorso tortuoso delle vie lacrimali, che facilita il depositarsi di sostanze, oltre ad un restringimento anomalo dei puntini lacrimali. Tutte cose che con l’età di certo non migliorano. Vento, freddo e costipazione delle vie aeree superiori acuiscono la situazione.

Altre cause sono infiammazione della superficie oculare o dei canalini stessi che portano a stenosi, cioè forte riduzione del diametro interno, fino alla completa chiusura. Oltre a blefarite, occhio secco o un’anomala rotazione del bordo palpebrale verso l’esterno, chiamata ectropion.

Potrebbe sembrare un controsenso che in presenza di occhio secco vi sia un eccesso di lacrimazione, ma è proprio la carenza del normale strato protettivo sulla superficie dell’occhio che determina uno stato di permanente irritazione. Questo provoca una rilevante risposta lacrimale riflessa come difesa delle delicate strutture oculari. Solo che la maggior presenza di acqua rispetto alle sostanze protettive, lubrificanti e anti evaporative, rende queste ultime particolarmente abbondanti e meno efficienti.

Le conseguenze sono, oltre alla già descritta fastidiosa esigenza di detergere il viso con il fazzoletto, la sensazione di occhio bagnato, una visione annebbiata e irregolare, irritazioni oculari e cutanee del viso, provocate dal ristagno e dalla salinità delle lacrime. È presente con più rilevante frequenza nelle donne rispetto agli uomini.

Il medico Oftalmologo può individuare i segni precoci del problema, durante visite periodiche.

Preventivamente l’uso di occhiali protettivi, leggermente sfumati, ridurrà la stimolazione e la lacrimazione eccessiva. Come pure l’utilizzo di colliri sostituti lacrimali in caso di secchezza oculare, e la diligente cura della blefarite eventualmente rilevata.

Sarà il sanitario a consigliare un lavaggio e sondaggio delle vie lacrimali, se necessario, per ridurre o eliminare il fastidioso problema. Questa semplice manovra si esegue dopo aver dilatato il puntino lacrimale inferiore con un sottile specillo; con una micro cannula collegata a una siringa si fa scorrere, in seguito, del liquido dai medesimi verso il basso, per disostruire l’apparato. Andrà ripetuto con regolare cadenza in base alle condizioni e ai suggerimenti del medico specialista.

Condizioni di ostruzione cronica possono evolvere e complicarsi con una dacriocistite: l’infiammazione acuta del sacco lacrimale, situato all’angolo interno dell’occhio in prossimità della piramide ossea nasale. Il vistoso rigonfiamento, essendo un focolaio infettivo purulento, provoca febbre, dolore di intensità rilevante, arrossamento e richiede un intervento chirurgico sollecito. È necessario in questi casi, per fortuna non frequenti, asportarlo completamente.

In caso d’interruzione completa delle vie lacrimali si esegue un’endoscopia endonasale, una dacrio-TAC o una dacrio-RMN dinamica. Indispensabili per programmare una corretta risoluzione chirurgica, in collaborazione interdisciplinare con l’otorino.

30/12/2022