Il collirio: uno, nessuno, e centomila

A cura di Mario Parma, medico specializzato in Oftalmologia, convenzionato con Ente Mutuo Regionale

 

La terapia medica del sistema visivo è possibile con diverse modalità, ma quella di gran lunga più utilizzata è la somministrazione diretta dei medicamenti sulla superficie oculare. Si definisce terapia topica ed è instillata nel sacco congiuntivale inferiore mediante gocce di collirio.

Pastiglie, compresse o bustine sono usate, come ad esempio cortisone o antibiotici, nel caso di supporto sistemico, in base al tipo di patologia.

Sul mercato vi sono diverse centinaia di colliri e formulazioni oculari. E’ necessario, quindi, non fare confusione e cercare di orientarsi in maniera corretta in questo… mare di gocce.

Molte sono sostanzialmente copie nelle quali varia solo il nome e il colore della confezione.

Originale o generico – equivalente? La molecola originale o principio attivo, coperta da brevetto, al termine della durata del medesimo può essere duplicata ed essere, così, copia conforme a minor prezzo. Teoricamente dovrebbero avere la stessa capacità terapeutica, ma in alcuni casi l’efficacia dell’originale risulta superiore.

Multidose o monodose? Il classico boccettino da schiacciare, col beccuccio che rilascia la goccia è definito multidose. Oggi i sistemi di filtratura di questo sistema sono molto avanzati e impediscono la contaminazione del contenuto. I materiali dell’involucro sono di plastica morbida facilmente comprimibile anche da persone con difficoltà manuale come gli anziani.

I monodose, chiamati anche oftioli, sono piccoli contenitori plastici da usare, come dice il nome stesso, una volta soltanto e subito gettati. Solo in alcuni casi, di ripetute somministrazioni quotidiane, è possibile richiuderlo e consumarlo nell’arco di una giornata. La praticità è data dal fatto di avere sempre a disposizione il medicamento, in borsa in ufficio o in tasca e dalla sua intrinseca sicurezza igienica. Soprattutto per condizioni infettive gravi. Per contro può non essere sempre facile maneggiare i piccoli oftioli.

Con o senza conservanti? Indubbiamente è preferibile non avere conservanti nelle formulazioni, responsabili di allergie e infiammazioni. È possibile affermare che la stragrande maggioranza dei colliri sono oggi senza conservanti, rendendo sicuro l’uso anche per terapie a lungo termine.

Gocce, gel o pomate oculari? I gel sono utili per avere una maggior durata di permanenza sulla superficie oculare; le pomate, decisamente le meno utilizzate, servono per condizioni di particolare severità clinica. Le gocce sono la miglior soluzione per la stragrande maggioranza delle situazioni.

Quante gocce? Domanda che sovente nasconde paure e angosce da parte dei pazienti. Una o due gocce è la soluzione ottimale. Ma se ne cadono tre non succede assolutamente nulla. Il sacco congiuntivale ne può contenere solo pochi millilitri e l’eccedenza, come si chiudono le palpebre, fuoriesce. Per i gel e le pomate è sufficiente circa mezzo centimetro. L’eccesso è inutile e impiastriccia le guance.

Scadenza e conservazione. Importante leggere la data di scadenza sulla confezione. E preferibilmente adoperare i farmaci entro tale termine. Ricordando che comunque esistono ampie tolleranze da parte delle case produttrici, con mantenimento dell’efficacia anche dopo qualche giorno del limite fissato. Piuttosto è importante la conservazione. In frigorifero per alcune sostanze quando indicato e, soprattutto, mai al caldo, come sul cruscotto dell’automobile o in borsettine mescolate a trucchi e creme di bellezza, o vicino a fonti di calore.

Superfluo dire che quando si devono maneggiare gli occhi bisogna avere la massima igiene e lavare sempre le mani prima di qualunque comportamento.

E con le lenti a contatto? I sostituti lacrimali, sia in gocce sia in gel, per idratare la superficie oculare sono utilizzabili anche dai portatori di LAC, anche morbide. Per altre categorie terapeutiche come antibiotici, antinfiammatori e antiglaucoma è preferibile non indossare le medesime.

Automedicazione. Trattandosi di occhi è meglio non correre rischi. A parte le lacrime idratanti, tutto il resto dovrebbe essere confermato da uno specialista oculista. Soprattutto il cortisone, potenziale generatore di cataratta e glaucoma se usato senza controllo per periodi prolungati; e i vasocostrittori, eventuali responsabili di problemi alle coronarie cardiache.

 

dott. Mario Parma 8-1-2025