Una condizione comune e debilitante, con un impatto maggiore nella popolazione femminile
L’emicrania è una delle forme di mal di testa più diffuse e invalidanti al mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, si tratta della seconda patologia più disabilitante a livello globale. Ma un dato emerge con chiarezza: l’emicrania colpisce prevalentemente le donne, con una frequenza da due a tre volte superiore rispetto agli uomini.
In questo articolo analizzeremo cosa rende l’emicrania una malattia di genere, quali sono le sue caratteristiche, e perché il corpo femminile sembra essere maggiormente predisposto a questa condizione.
Cosa si intende per emicrania?
L’emicrania è una forma di cefalea primaria che si manifesta con un dolore intenso, pulsante e spesso unilaterale, cioè localizzato su un solo lato della testa. Gli attacchi possono durare dalle 4 alle 72 ore se non trattati, e il dolore tende ad aumentare con l’attività fisica, rendendo difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
Tra i sintomi comuni troviamo:
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Nausea e vomito
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Ipersensibilità alla luce (fotofobia)
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Ipersensibilità ai suoni (fonofobia)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che l’emicrania interessi circa un miliardo di persone nel mondo, tra cui oltre sei milioni di italiani.
Perché le donne soffrono di emicrania più degli uomini?
Secondo numerosi studi, tra cui quelli pubblicati dal Ministero della Salute, il motivo principale risiede nei cambiamenti ormonali legati al ciclo mestruale.
Il ruolo degli ormoni femminili
Gli ormoni estrogeni e progesterone, che regolano il ciclo mestruale, svolgono un ruolo centrale:
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Intervengono sul sistema nervoso centrale
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Influenzano la trasmissione del dolore
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Agiscono sulla soglia di attivazione neuronale
Questa interazione ormonale spiega perché molte donne sperimentano attacchi di emicrania in coincidenza con il ciclo mestruale, in particolare all’inizio o alla fine delle mestruazioni.
Inoltre, l’età più colpita è tra i 40 e i 45 anni, ma i primi sintomi possono comparire anche in età giovanile o pediatrica, soprattutto in presenza di familiarità genetica.
Come si evolve l’emicrania nel tempo?
L’andamento dell’emicrania può cambiare nel corso della vita. Alcuni fattori, come la menopausa, possono portare a un miglioramento dei sintomi, mentre in altri casi si può osservare una cronicizzazione.
Forme episodiche e croniche
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Emicrania episodica: meno di 15 attacchi al mese
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Emicrania cronica: più di 15 giorni al mese con almeno 8 attacchi caratteristici
Il passaggio da una forma episodica a una cronica può avvenire per vari motivi, tra cui lo stress, l’uso eccessivo di farmaci sintomatici o cambiamenti ormonali importanti.
Quale approccio adottare per convivere con l’emicrania?
Diagnosi e trattamento
Il primo passo è rivolgersi a uno specialista in neurologia o a un centro cefalee per ottenere una diagnosi corretta. Una volta diagnosticata, l’emicrania può essere gestita con trattamenti personalizzati, che includono:
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Farmaci sintomatici (per bloccare l’attacco)
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Terapie preventive
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Modifiche dello stile di vita (dieta, sonno, gestione dello stress)
Conclusione
L’emicrania rappresenta una sfida quotidiana per milioni di donne, ma conoscere le cause, i fattori scatenanti e i trattamenti disponibili può migliorare significativamente la qualità della vita. Se soffri frequentemente di mal di testa, non sottovalutare i sintomi: una diagnosi precoce può fare la differenza.
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Disclaimer medico
Le informazioni fornite in questo articolo hanno scopo puramente divulgativo e non sostituiscono in alcun modo il consulto medico. In caso di necessità o dubbi, rivolgiti sempre a un professionista sanitario.