I DANNI DA SIGARETTA ELETTRONICA

A cura di Alberto Martelli, pediatra convenzionato con Ente Mutuo Regionale

Le sigarette elettroniche (SE) sono molto utilizzate, sempre più negli ultimi anni, da adulti e adolescenti. In Italia sono molto numerosi i ragazzi da 13 a 15 anni che ne fanno uso, raggiungendo il 17,5% nel 2018 e, ora, ancor di più.  Quindi 1 su 5-6 adolescenti, circa, le utilizza. All’inizio dell’ingresso in commercio, le SE si presentavano con una forma simile alle sigarette tradizionali (ST). Ora invece, attraverso un’evoluzione della loro foggia, assomigliano più ad una penna USB, che consente anche di nascondere, più facilmente, questa abitudine, specie da parte dei ragazzi. La SE è costituita da una soluzione liquida, una cartuccia, un atomizzatore (vaporizzatore) e una fonte di alimentazione (batteria ricaricabile e circuito elettronico interno). L’atomizzatore, attraverso il riscaldamento di una resistenza, porta la soluzione liquida ad elevate temperature generando il vapore, detto svapo, che viene poi inalato nelle vie respiratorie. Pertanto non avviene alcuna combustione di tabacco, come avviene per sigaretta, pipa, sigaro ecc. Ma i liquidi delle SE possono contenere comunque nicotina e tale sostanza è stata anche rinvenuta in SE definite erroneamente sicure per assenza di nicotina. La vendita delle SE contenenti nicotina non è permessa ai minori che invece possono acquistare SE senza nicotina. Ma fatta la legge, ecco l’inganno. Le grandi vie della rete web offrono ai ragazzi sempre nuove possibilità e opzioni di acquisto in situazioni in cui risulta difficile controllare l’età del richiedente. In più va detto che alcuni artifici ne facilitano il consumo. Infatti le ultime generazioni di SE, dette “pod mod”, contengono sali di nicotina in quantità elevate che non irritano le vie aeree e che quindi spingono il consumatore ad un maggior utilizzo. I danni correlati alle sole SE sono talvolta difficili da cogliere perché spesso chi utilizza le SE, fuma anche le ST e non sempre è possibile differenziarne gli effetti, ad eccezione di osservazioni mirate su gruppi che utilizzano solo ed esclusivamente SE. E’ stato infatti dimostrato che l’utilizzo delle SE facilita il consumo anche di ST e, per gli adolescenti che fumano SE, è stato stimato un rischio, pari a 3 – 4 volte, di diventare anche consumatori di ST. Nel 2019 è stata segnalata, nella letteratura medica americana, una nuova patologia caratterizzata da una polmonite chimica secondaria all’inalazione di fumi da SE contenenti tetraidrocannabinolo e/o vitamina E acetato. Tale polmonite chimica nota ora con l’eponimo di EVALI (E-cigarette or Vaping use-Associated Lung Injury) ha richiamato ancor più l’attenzione degli Pneumologi su questi rischi. Oltre a ciò, sono poco noti gli effetti dell’inalazione di aromi fruttati che sono presenti nel liquido della SE e rendono più gradevole il fumo delle SE, incentivandone il consumo. Nessuno sa nulla sulla sicurezza di queste sostanze, se inalate. Da ultimo, una riflessione sugli effetti del fumo passivo da SE, da parte di genitori, fumatori di SE, che hanno figli a casa. E’ giusto ricordare il significato del fumo di seconda mano, che è correlato all’inalazione indiretta di fumo da parte di un minore che si trova in uno stesso ambiente frequentato da un fumatore. Il fumo di terza mano riguarda invece la contaminazione di vestiti, superfici ecc. da parte di nicotina e particolato che sono già state rilevate su superfici esposte alle svapo. Per concludere, i progetti di prevenzione al fumo devono essere completi, non bisogna aver paura di realizzarli, e vanno pensati sia per il fumo tradizionale che per le SE