Allergia primaverile: cause e sintomi
Nonostante sia tra le stagioni più amate, la primavera rappresenta per molti un vero nemico a causa delle allergie stagionali. Si tratta di una reazione eccessiva del sistema immunitario a sostanze innocue presenti nell’ambiente, chiamate allergeni. L’organismo le identifica erroneamente come pericolose, rilasciando elevate quantità di istamina, con conseguenti sintomi infiammatori.
Quali allergeni scatenano i sintomi in primavera?
Le allergie primaverili iniziano a manifestarsi a partire da marzo, quando aumentano le concentrazioni di pollini nell’aria. Tra i principali allergeni ambientali troviamo:
- Pollini di betulla, nocciolo e ontano, tra i primi a comparire in primavera.
- Graminacee, responsabili delle allergie da aprile a luglio.
- Ambrosia, che causa reazioni allergiche soprattutto tra agosto e settembre.
I sintomi tipici includono starnuti, prurito, lacrimazione, arrossamento oculare e asma. Questi disturbi possono comparire già nell’infanzia, ma negli ultimi anni si registra un aumento dei casi di allergie in età adulta, spesso legato a una predisposizione genetica.
Come ridurre l’esposizione ai pollini?
Per limitare l’impatto delle allergie primaverili, si consiglia di:
- Monitorare i livelli di concentrazione dei pollini nella propria zona.
- Evitare di uscire nelle ore più calde o nel tardo pomeriggio, quando la qualità dell’aria peggiora.
- Prestare attenzione all’, poiché la pioggia facilita la dispersione degli allergeni.
Conoscere i propri fattori scatenanti e adottare precauzioni può aiutare a gestire meglio i sintomi. Per approfondire studi scientifici sulle allergie stagionali, è possibile consultare il National Center for Biotechnology Information.