A cura di Mario Parma, medico specializzato in Oftalmologia, convenzionato con Ente Mutuo Regionale
Il moderno stile di vita interconnesso ha preso il sopravvento su quello più semplice, ma più sano, di un tempo neppure così lontano. La quasi totalità del lavoro, e buona parte dell’insegnamento scolastico, si svolgono in modo digitale. Per il resto della giornata, tablet e cellulare mantengono il collegamento con qualcosa o qualcuno.
I bambini e i giovanissimi sono nati e crescono più con un telefonino in mano che con un gioco manuale adatto all’età. Fino a che punto possono essere nocivi i dispositivi digitali per queste categorie di età e per il corretto sviluppo dell’apparato visivo? Iniziamo a precisare che bambini e ragazzi sono molto recettivi per qualunque situazione che a loro si presenta e che il senso critico non è ancora sviluppato. Questo comporta un più facile condizionamento e influenzabilità rispetto a un adulto.
Occorre, quindi, molto senso di responsabilità da parte di genitori e educatori nel dosare in maniera opportuna l’utilizzo di questi strumenti. È molto più utile un passatempo che stimoli la creatività e la fantasia di qualcosa che è recepito passivamente. Bambole e costruzioni come il Lego attivano meglio la capacità tridimensionale e la manualità. Il gioco all’aperto è essenziale per un armonico sviluppo del fisico ma anche per stimolare adeguatamente la capacità di messa a fuoco degli occhi.
Il classico disegnare sul foglio bianco con matite colorate è quanto di più sano per la mente, la fantasia e gli occhi. Manipolare e creare: il miglior binomio per lo sviluppo psico-fisico e mentale.
Lo sforzo visivo ravvicinato e ininterrotto, come il fissare lo schermo del cellulare o del tablet, in occhi in piena fase di sviluppo, induce allungamento assiale del bulbo e miopizzazione. Miopie infantili che progrediranno verso valori di grado medio – elevato nell’età adulta. Non trascurare l’uso degli occhiali quando prescritti.
Dopo circa 20 – 25 minuti di uso del medesimo si ha la perdita comprovata delle funzioni cerebrali. Si riducono la concentrazione, la velocità di pensiero e il riconoscimento delle immagini.
La varietà di apparati a disposizione rende poco consapevoli del fatto che non è il singolo dispositivo che va limitato nel tempo, ma è la sommatoria dei differenti tempi di utilizzo che provoca le conseguenze. Passare venti minuti al telefonino, poi un’ora alla tv, un’ora e mezza al videogioco e un’ora sul tablet di scuola, riprendere il portatile a sera e così via, assomma valori di utilizzo complessivo che provocano sgomento.
Per lo studio occorre una sedia regolabile, una scrivania stabile, con superficie preferibilmente opaca e di tonalità neutra chiara, illuminata preferibilmente dalla luce naturale di una finestra laterale, evitando eccessi di luminosità e riflessi; necessaria una lampada da tavolo a led per la stagione invernale e la sera. Rispettare una distanza dal libro o dal tablet di almeno 30 centimetri, e dallo schermo del computer di 50-60 centimetri. Mantenerlo pulito, con luminosità e contrasto regolati su valori non eccessivi e a un’altezza ben allineata a quella degli occhi.
Fare intervalli regolari di 10 minuti ogni 30-40 minuti di studio, sicuramente senza usare il cellulare. Bandito lo sdraiarsi per terra e sul divano con torsioni del capo, pena un aumento dell’astigmatismo oculare.
La televisione è consentita non più di un paio di ore al giorno. Questa non danneggia gli occhi ma li affatica molto. Come trovare la distanza corretta: misura della diagonale dello schermo per 5 con monitor classici; con televisori Full HD diagonale per 1,5; con quelli HD diagonale per 2,3. Mantenere un’illuminazione ambientale soffusa e mai il buio completo.
Un ulteriore problema è quello della luce blu. Tutti gli strumenti elettronici a led la emettono. È in diretto rapporto con la luminosità del monitor ed è composta da onde di frequenza corta a maggiore energia. Accentua i problemi di fastidio e intolleranza nell’uso dei dispositivi. Selettivi trattamenti delle lenti oftalmiche ne bloccano il passaggio.
Speciale attenzione va posta con l’uso del cellulare di notte poiché questa particolare emissione induce insonnia, provocata dalla riduzione dell’ormone melatonina che regola appunto il ritmo sonno-veglia. Due ore di uso notturno riducono del 22% questo ormone.
Un altro rischio per i piccoli, e anche per i grandi, è la nomofobia, la paura di restare disconnessi dallo smartphone. In questa situazione il mondo virtuale arriva a sostituire l’ambiente reale, e rappresenta un problema che sovente richiede anche un supporto di tipo psicologico – specialistico per essere risolto.