di Alberto Martelli
Il latte materno ha da sempre giocato un ruolo centrale nella crescita del neonato, definito così nelle prime 4 settimane di vita, e del lattante. Oltre ai vantaggi legati al passaggio di anticorpi materni, il latte materno contiene una serie di sostanze insostituibili che modulano la crescita del peso corporeo, lo sviluppo cerebrale, la maturazione del sistema immunitario oltre a molte altre funzioni. I neonati si avvantaggiano del latte materno che li protegge dalle infezioni sistemiche e del tratto gastroenterico riducendo così il loro rischio di andare incontro ad alcune delle gravi complicanze della prematurità. La vicinanza madre-bambino insita nell’allattamento, genera un forte ed affettivo attaccamento precoce che riveste un ruolo fondamentale anche nello sviluppo della relazione fra queste due entità.
L’importanza del latte materno è particolarmente utile nei neonati più fragili, quelli che nascono prima del previsto. Si tratta dei neonati prematuri che quanto più anticipano la data di nascita, tanto più sono vulnerabili per una serie di complicanze tipiche di questi piccoli.
Per aiutare alcune madri di figli prematuri, che hanno una scarsa quantità di latte per allattare i propri figli, è stata ideata la possibilità, poi realizzata in Regione Lombardia, di creare delle Banche del latte materno donato. Possono ovviamente donare le mamme che hanno un’abbondante produzione di latte che va al di là delle esigenze del proprio figlio da allattare.
Ad esempio, un neonato con estrema prematurità di 28 settimane, non ha la forza per attaccarsi al seno e non riuscirebbe ad alimentarsi spontaneamente. Può però essere ugualmente alimentato con l’utilizzo di un sondino naso-gastrico che crea una via preferenziale e di nessuna fatica per il piccolo, per portare direttamente nello stomaco il latte materno donato. Possono essere proposte all’inizio poche gocce di latte materno, una decina circa, pari a 0,5 ml, da ripetere numerose volte nel corso della giornata. La scelta delle mamme donatrici si verifica attraverso una scrupolosa selezione, che passa attraverso la storia famigliare e gli esami del sangue che devono sancire l’idoneità alla donazione del proprio latte, specie per quanto concerne il rischio infettivo. Anche se conservato, il latte materno mantiene i suoi valori nutritivi e consente, in molti casi, di rimandare l’introduzione del latte artificiale che è sempre costituito da un latte vaccino formulato. Ma come avviene la raccolta del latte materno donato? Le madri prelevano il latte con il mastosuttore, detto comunemente tiralatte, a intervalli regolari per tenerne attiva la produzione attraverso la frequente stimolazione. Il latte materno donato viene conservato in contenitori di vetro o di materiale plastico che non altera le sue caratteristiche nutrizionali. Dopo la sterilizzazione e la pastorizzazione il latte viene arricchito con sostanze nutritive che lo rendono un alimento ottimale per i neonati così piccoli. In media il latte materno si conserva per ventiquattro ore in frigorifero o può essere altrimenti congelato. Alcune banche del latte si sono attrezzate per casi particolari. E’ stato istituito un servizio automobilistico “navetta” per raccogliere il latte materno dalla madre che, per vari motivi, non può muoversi da casa. La presenza di queste banche del latte nella nostra Regione Lombardia, aiuta la madre anche psicologicamente, fornendo la sicurezza che, nel caso di nascita prematura del figlio, ci sarà la possibilità di aiutarlo comunque con il latte materno donato anche nel caso in cui quella mamma, per vari motivi, non dovesse avere il proprio latte sufficiente per alimentare il figlio prematuro.