Il potenziale di nuovi trattamenti biologici nell’affrontare una sfida autoimmune
L’alopecia areata è una malattia autoimmune caratterizzata dall’attacco del sistema immunitario ai follicoli piliferi, portando alla perdita dei capelli. Questa condizione si manifesta spesso con chiazze circolari prive di capelli sul cuoio capelluto, ma può anche interessare altre parti del corpo. La gravità della malattia varia notevolmente: può presentarsi come alopecia areata (chiazze isolate), alopecia totalis (perdita totale dei capelli sul cuoio capelluto) o alopecia universalis (perdita di tutti i peli corporei).
Chi colpisce
L’alopecia areata colpisce circa il 2% della popolazione mondiale, senza distinzioni di età, ma solitamente è più comune tra i 10 e i 25 anni e rara negli adulti oltre i 60 anni. La causa esatta è sconosciuta, ma la malattia è considerata autoimmune, spesso associata ad altre condizioni autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto, la celiachia e il diabete di tipo 1. Nonostante la credenza che lo stress possa causare l’alopecia areata, non ci sono evidenze scientifiche a sostegno di questa teoria.
Trattamenti attuali
I trattamenti tradizionali includono corticosteroidi topici o intralesionali, immunoterapia topica, antralina e minoxidil. Questi trattamenti mirano a ridurre l’infiammazione e a stimolare la ricrescita dei capelli, ma spesso non sono sufficienti per prevenire le recidive e la malattia può ripresentarsi anche dopo periodi di remissione.
Nuovi farmaci biologici
Negli ultimi anni, la ricerca ha portato allo sviluppo di nuovi farmaci biologici, in particolare gli inibitori della Janus chinasi (JAK), che rappresentano una promettente opzione terapeutica per l’alopecia areata e una svolta significativa nel suo trattamento, offrendo speranza a molti pazienti migliorando la ricrescita dei capelli ma anche la qualità della vita. Tra questi, emergono:
- Baricitinib: è il primo farmaco per via orale approvato dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) nel dicembre 2022 per il trattamento dell’alopecia areata negli adulti. Studi clinici e ricerche italiane confermano la sua efficacia, con risultati superiori a quelli degli studi iniziali. In un’analisi di real life condotta su 50 pazienti, Baricitinib ha dimostrato di indurre una ricrescita significativa dei capelli entro 4-12 settimane per i responder precoci, 12-36 settimane per i responder graduali e 36-52 settimane per i responder tardivi. Oltre ai capelli, favorisce anche la ricrescita di ciglia, sopracciglia e peli in altre aree del corpo.
- Ritlecitinib: un altro promettente inibitore della JAK che ha mostrato efficacia sia negli adulti che negli adolescenti a partire dai 12 anni, ha il potenziale per diventare una nuova opzione terapeutica per l’alopecia areata.