A cura di Mario Parma, medico specializzato in Oftalmologia, convenzionato con Ente Mutuo Regionale
Le palpebre fanno parte dell’apparato visivo. La palpebra superiore e quella inferiore sono due strutture mobili, formate da tessuto muscolare e cutaneo, che proteggono il bulbo oculare e la cavità orbitaria. La superficie interna di queste è rivestita dalla congiuntiva, una sottile membrana mucosa trasparente che arriva fino al limite della cornea. Essa forma una barriera bio-chimica di difesa per l’occhio e contemporaneamente consente lo scorrevole e fluido scivolamento delle palpebre sul bulbo stesso. Nello spessore delle medesime sono contenute delle ghiandole, chiamate di Meibomio, che producono la componente grassa delle lacrime.
Il calazio, molto comune, è un processo infiammatorio delle ghiandole di Meibomio, dovuto alla ritenzione del materiale sebaceo ghiandolare che non trova sbocco. Si presenta come una tumefazione arrossata, non dolente, più o meno grande, della palpebra.
Si percepisce, sfiorando la palpebra con un dito, come un piccolo nodulino di consistenza dura e compatta come un piccolo pisello. Può persistere per lungo tempo. Se la terapia con impacchi caldi e pomate a base di cortisonici, sempre sotto stretto controllo medico specialistico, non è risolutiva, deve essere asportato chirurgicamente con un piccolo intervento ambulatoriale.
Alternativamente si esegue un’iniezione di steroide nella sede della lesione, purché questa sia di recente insorgenza. Il calazio è più frequente nei soggetti con disturbi metabolici, come diabete o colesterolo elevato, o con disturbi digestivi e malassorbimento. Non esclusa anche una componente di stress.
Essendo numerose le ghiandole di Meibomio, il calazio può recidivare a carico di un’altra ghiandola, diversa da quella già curata, o anche coinvolgerne diverse simultaneamente. Si parla in questo caso di calaziosi. Altre volte si complica con un aggiuntivo processo infettivo e suppurativo, che richiede l’uso contemporaneo di antibiotici locali.
L’orzaiolo, assai meno frequente se non addirittura raro, è un piccolo ascesso da infezione da stafilococco aureo di una ghiandola sebacea di Zeiss, presente alla radice di ogni ciglia.
L’orzaiolo comincia come una piccola tumefazione arrossata e molto dolente, simile a un foruncolo, con l’apice giallastro, situato vicino al bordo della palpebra in corrispondenza delle ciglia. Col passare dei giorni si forma poi del materiale purulento che fuoriesce. La terapia è a base di antibiotici locali sotto forma di pomate oftalmiche. Evitare l’occlusione dell’occhio con garze, per evitare sovrainfezioni batteriche.