PARLIAMO DI TELEPEDIATRIA

A cura di Alberto Martelli, pediatra convenzionato con Ente Mutuo Regionale

L’attuale pandemia ha notevolmente accelerato i percorsi della telemedicina. E’ passato più di un secolo, da quando Willem Einthoven, fisiologo universitario di Leiden, in Olanda, aveva utilizzato un galvanometro a corde come strumento di misura dei potenziali elettrici cardiaci, per registrare e, successivamente, inviare, su linea telefonica, un cardiogramma a 1,5 km di distanza.  Per questo, una ventina di anni dopo, era stato insignito anche del premio Nobel.

Ma cosa intendiamo davvero quando parliamo di telepediatria? Possiamo fruire della definizione di telemedicina, applicata poi all’età pediatrica, che dà l’American Telemedicine Association: “l’utilizzo di dati medici condivisi tra luoghi distanti l’uno dall’altro, attraverso vie di telecomunicazione, per migliorare lo stato di salute dei pazienti” e, nel nostro caso, dei bambini. E’ indubbio che il Pediatra, quasi per definizione, sia già molto abituato a questi aspetti e abbia una spiccata consuetudine a svolgere, parte del suo lavoro, al telefono fornendo una serie di consigli ai genitori e programmando una visita pediatrica laddove la valutazione clinica sia suggerita. Peraltro un documento, approvato il 17 dicembre in Conferenza Stato-Regioni, ha sancito alcune regole, specificando le indicazioni, a livello nazionale, per alcune prestazioni in merito a televisita, teleconsulto e telerefertazione. La televisita, in età pediatrica, può essere davvero limitata a pochi casi (dermatiti, aspetti psicologici, comportamentali ecc.) perché un corretto esame obiettivo, non effettuabile a distanza, rimane il fulcro di una valutazione pediatrica. Il teleconsulto pediatrico sarebbe invece molto facilitato intendendo, con questa parola, la possibilità di interagire a distanza con uno o più Pediatri, fra loro, attraverso una videochiamata, riguardo alla situazione clinica, più complessa, di un bambino.

La telerefertazione può essere rilasciata dal Pediatra dopo una valutazione clinica o strumentale, eseguite in presenza. In realtà il Pediatra può effettuare spesso la teleassistenza che, per definizione, configura un atto professionale medico che si basa sull’interazione a distanza tra Pediatra e famiglia del bambino per mezzo di una chiamata telefonica o videochiamata alla quale si può aggiungere la condivisione di dati, referti o immagini. La valutazione del bambino, in questi casi, è sempre aiutata da un genitore che rende più semplice e più efficace il percorso. Ovviamente tutta questa attività sarebbe volta, non solo a semplificare alcuni percorsi, ma anche a velocizzarli e a renderli economicamente più fruibili dalle famiglie. Un ulteriore aspetto, di cui molto spesso si sentono enormi lamentele, prevede la possibilità che sempre lo stesso Pediatra possa farsi carico di un bambino, conoscendo meglio il caso e seguendolo nel tempo.

La teleassistenza, innegabilmente, aumenta il comfort dei bambini e delle famiglie limitando il tempo necessario e aumentando l’autonomia della famiglia. Tutto questo non è il futuro di una parte della Pediatria. Fa già parte del presente