Le differenze tra parto ospedaliero e domiciliare
L’emergenza Coronavirus ha cambiato profondamente le abitudini sanitarie, portando molte donne in gravidanza a valutare il parto in casa. Durante la fase 1 della pandemia, le richieste per questa opzione sono aumentate, ma è fondamentale conoscerne i pro e i contro rispetto al parto in ospedale.
Parto in casa: rischi e considerazioni
Sebbene il parto in casa possa offrire un ambiente familiare e rassicurante, presenta alcuni rischi se non gestito correttamente. In particolare:
- Aumento del rischio di mortalità neonatale in caso di complicazioni.
- Variazione dell’indice di Apgar, che valuta la salute del neonato sulla base di parametri come frequenza cardiaca e attività respiratoria.
- Limitazioni negli screening neonatali, che in ospedale vengono effettuati subito dopo la nascita.
Quando è possibile partorire in casa?
Non tutte le donne possono scegliere liberamente tra parto in casa e parto in ospedale. Per poter partorire in sicurezza a domicilio, è necessario soddisfare alcuni requisiti:
- Buona salute materna.
- Età gestazionale compresa tra 37 e 41 settimane.
- Gravidanza fisiologica, senza complicazioni.
- Presentazione del feto cefalica.
Per approfondire le linee guida sulla sicurezza del parto, è possibile consultare il sito del Ministero della Salute.