Con la stagione invernale il nostro organismo è messo a dura prova perché impegnato a mantenere la temperatura corporea intorno ai 37 gradi. I cambiamenti del funzionamento del corpo umano sono infatti al centro del recente esperimento condotto dall’Università del Galles meridionale, che rileva come non servano temperature polari per mettere in difficoltà il nostro corpo.
Dai 18 gradi, infatti, l’organismo comincia a reagire per mantenere la sua temperatura interna. Come? Attraverso la vasocostrizione, ovvero il restringimento dei vasi sanguigni per mantenere caldo il sangue negli organi vitali. Questo spiega le mani, i piedi e il naso freddi e pallidi. Questa condizione, però, aumenta il rischio di arresti cardiaci e infarti perché il sangue diventa più denso e la pressione sanguigna sale.
A 10 gradi, invece, il cervello rallenta la sua capacità di ragionamento a causa della riduzione di sangue, glucosio e ossigeno; attenzione agli sbalzi di temperatura perché mettono in difficoltà le difese immunitarie, oltre ad aumentare:
- il respiro, da 9 a 12 di media al minuto;
- il battito cardiaco, da 55 a 65 battiti al minuto.