Ortoressia nervosa: quando l’alimentazione diventa rigida
Solitamente seguire una corretta alimentazione è un aspetto positivo, ma non nel caso in cui si soffre di ortoressia nervosa. Questo disturbo si verifica quando si sviluppa un comportamento alimentare eccessivamente rigido e una fissazione sulla qualità del cibo più che sulla quantità, perché l’importante è che sia sano, biologico e puro.
L’ortoressia nasce dal desiderio di migliorare la propria salute, che presto però si trasforma in una vera e propria fobia. Una condizione provocata dall’eccessiva attenzione alla forma fisica e dai danni che alcuni cibi possono provocare al nostro corpo, come gli alimenti contaminati o le diete troppo restrittive.
Le conseguenze dell’ortoressia nervosa
Chi soffre di questo disturbo è costantemente tormentato dal cibo, sentendosi soddisfatto solo quando mangia in modo corretto e rimanendo frustrato e con forti sensi di colpa quando non riesce a farlo.
Le conseguenze dell’ortoressia sono molteplici: prima fra tutte le carenze nutrizionali, dovute alla mancanza di una dieta equilibrata e bilanciata nei nutrienti. Questo porta a squilibri quali avitaminosi, osteoporosi e atrofie muscolari.
Ortoressia nervosa e impatto sociale
Ai problemi fisici, però, si aggiungono quelli psicologici e sociali: le persone che soffrono di ortoressia tendono a isolarsi, evitando i momenti di convivialità a tavola, e a sentirsi superiori rispetto agli altri.
Su oltre 3 milioni di italiani che soffrono di disturbi alimentari, circa il 15% sono ossessionati dall’alimentazione corretta, con una netta prevalenza di uomini (11,3%) rispetto alle donne (3,9%).