A cura di Rosa Gravagnuolo, psicologa collaboratrice associazione Psychè
Oltre che essere un rischio per la salute fisica e psicologica, la violenza di genere è innanzitutto una pericolosa forma di discriminazione che si manifesta quando un uomo agisce violenza contro la donna in quanto donna. Se, poi, la violenza si manifesta all’interno di una coppia questo fenomeno prende il nome di Intimate Partner Violence (IPV).
La violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani che danneggia la salute della donna e dei suoi figli, con costi elevati per la salute pubblica e per la società.
Nella relazione, la violenza è utilizzata come una strategia per affrontare i conflitti, soprattutto in quei rapporti dove l’ostilità è innescata da problemi economici, gelosia o trasgressioni da parte delle donne rispetto al proprio ruolo di genere. Povertà o patriarcato, alcol o aggressività; le cause della IPV sono complesse e di diversa natura, eppure due fattori sembrano essere necessari affinché l’IPV si manifesti: una posizione ineguale per la donna in una particolare relazione (e nella società) e la normalizzazione dell’uso della violenza nei conflitti (Jewkes, 2002). Infatti, i comportamenti aggressivi contro la donna sono particolarmente frequenti in quei contesti dove l’uso di violenza è accettato da parte della società, tanto più che in questi ambienti le sanzioni contro gli abusatori sono solitamente molto basse.
Per affrontare efficacemente questo fenomeno è necessario che il tema diventi un punto di primaria rilevanza per la salute pubblica. Le istituzioni dovrebbero fornire le informazioni e l’educazione necessaria a favorire una maggiore consapevolezza rispetto a questo tipo di violenza. A tal proposito, è possibile descrivere una serie di strategie di prevenzione dell’Intimate Partner Violence. In prima analisi, è importante comprendere che soltanto creando un clima di intolleranza dei confronti della violenza di genere è possibile arginare concretamente questo fenomeno. Le leggi contro ogni forma di abuso, aggressione e violenza dovrebbero essere riviste e rese più severe, in modo da salvaguardare al meglio la salute delle donne. È necessario, inoltre, lavorare sulla consapevolezza e la sensibilità dei social media, poiché ancora troppo frequentemente giornalisti e personaggi pubblici divulgano informazioni ambigue e confuse, che lasciano passare messaggi sbagliati rispetto a come interpretare e affrontare la violenza di genere. Ogni forma di accanimento contro la donna è inaccettabile, questo messaggio deve passare in modo chiaro e semplice in modo che qualsiasi donna possa sentirsi protetta, se non a casa propria almeno all’interno di un contesto sociale giusto. In tal senso, un’altra importante strategia preventiva riguarda l’importanza di implementare lo status delle donne nella società, aumentando le opportunità lavorative e formative per le donne, promuovendo la parità di genere e favorendo le leggi che facilitano l’accesso al divorzio per le donne. Un altro aspetto di particolare rilevanza ha a che fare con la ricerca. Finanziando i progetti di ricerca volti a collezionare dati epidemiologici della violenza e a sviluppare programmi di assessment e interventi specifici, sarà possibile giungere a una maggiore comprensione del fenomeno e a interventi mirati e efficaci volti a diminuire quanto più possibile i danni fisici e psicologici per chi ha subito violenza.
Riconoscendo che le donne non sono responsabili per gli abusi subiti e favorendo una politica decisa di intolleranza verso la violenza sarà possibile arginare efficacemente questo problema e migliorare le condizioni di salute fisiche e psicologiche per le donne e i loro figli che vivono situazioni rischiose come nell’Intimate Partner Violence.
Bibliografia
Jewkes, R. (2002). Intimate partner violence: causes and prevention. The lancet, 359(9315), 1423-1429.