Vitamina D e selenio per la salute della tiroide

L’importanza di un piano alimentare personalizzato nella gestione delle patologie tiroidee

Dopo una diagnosi di patologia tiroidea, è cruciale consultare uno specialista dell’alimentazione per creare un piano alimentare su misura che soddisfi le esigenze specifiche del paziente. Al momento, la letteratura scientifica non sostiene una dieta specifica o l’eliminazione totale di certi alimenti per le persone con problemi alla tiroide. Per esempio, chi è affetto da celiachia deve eliminare il glutine dalla propria dieta, ma per le patologie tiroidee non ci sono alimenti vietati o consigliati in maniera assoluta.

Carenze di vitamina D e selenio nelle patologie tiroidee

Studi recenti hanno rilevato che chi soffre di tiroidite spesso presenta carenze di vitamina D e selenio. Per questo motivo, è essenziale valutare e adattare l’alimentazione per garantire un adeguato apporto di questi nutrienti. La carenza di vitamina D è comune nella popolazione generale, poiché la produzione avviene principalmente tramite l’esposizione ai raggi solari, in determinati orari e su ampie aree del corpo come la schiena o le gambe. Monitorare i livelli di vitamina D è quindi molto importante e, in caso di carenza, è opportuno bilanciare la dieta ed eventualmente ricorrere agli integratori. Alimenti ricchi di vitamina D includono l’olio di fegato di merluzzo, il salmone e il tonno.

Anche il selenio, un minerale di cui la tiroide è il principale deposito nel nostro corpo, è spesso carente nei soggetti con tiroidite. È importante evitare diete restrittive che eliminano intere categorie di alimenti, poiché possono portare a significative carenze nutrizionali, specialmente in chi ha una patologia tiroidea ma non presenta altre problematiche di salute. Un piano alimentare equilibrato dovrebbe ridurre il consumo di zuccheri semplici e grassi idrogenati, contenuti soprattutto nei cibi processati e industriali, che possono aumentare l’infiammazione.

Alimenti e terapie: interazioni da conoscere

Ma è vero che alcuni alimenti possono interferire con le terapie? I pazienti che assumono levotiroxina devono prendere il farmaco almeno un’ora prima dei pasti per ottimizzarne l’assorbimento. La soia e il caffè, così come gli alimenti integrali e alcuni integratori, possono alterare l’assorbimento del farmaco se consumati contemporaneamente. Tuttavia, se assunti lontano dal farmaco, non creano problemi. Gli integratori dovrebbero essere presi durante i pasti o in altri momenti della giornata.

Un altro gruppo di alimenti da considerare sono le crucifere (cavolfiore, cavolo cappuccio, cavolo verza, cavolo nero, broccoli, etc.), poiché contengono glucosinolati, molecole che possono interferire con la produzione degli ormoni tiroidei.

La gestione delle patologie tiroidee richiede un’attenzione particolare alla dieta, senza cadere in restrizioni eccessive. Un’alimentazione bilanciata e adeguata alle esigenze individuali, con un apporto sufficiente di vitamina D e selenio, può contribuire significativamente al benessere della tiroide e dell’intero organismo.

30/07/2024