Il 25 giugno è la giornata mondiale del malato di Vitiligine, iniziativa che si svolge dal 2011 grazie alle organizzazioni no profit VR Foundation (USA) e VITSAF (Nigeria). L’obiettivo è sensibilizzare e diffondere la conoscenza della malattia, raccogliere fondi per la ricerca e attirare l’attenzione dei governi e della comunità scientifica internazionale.
A causa dell’emergenza COVID-19, la conferenza annuale organizzata negli USA da VR Foundation è stata annullata, ma l’organizzazione continua la sua attività anche sui social: infatti, sta portando avanti una serie di video educativi sulla vitiligine disponibili su IGTV, realizzati insieme ad una life coach americana.
La vitiligine è una malattia autoimmune caratterizzata da depigmentazione cutanea, ovvero chiazze non pigmentate bianche che compaiono sulla pelle a causa di un’alterazione dei melanociti, ovvero le cellule che producono melanina; infatti, le macchie vengono chiamate “ipocromiche” o “acromiche” per la carenza di questo pigmento.
Questa condizione è dovuta a disfunzioni tiroidee, stress e calo delle difese immunitarie, oltre che alla predisposizione genetica. Colpisce circa l’1% della popolazione mondiale e il suo decorso è molto rapido, specialmente nei soggetti di giovane età.